26 agosto 2008

EGG - EGG (1970)



A cura di Giordi.

Con questo disco entriamo nel vivo di quel genere tanto nominato che si chiama Rock Progressive. Molti amano dire che è un genere musicale che nasce dalla fusione tra musica rock e musica classica; a mio avviso non è esattamente così, ma è anche così.
Prima di ogni altra cosa il Prog è un movimento che regala i suoi primi frutti verso la fine degli anni '60 in una piccola cittadina del Kent, Canterbury, non troppo distante da Londra; qui entrano in contatto poeti, scrittori, pittori e musicisti che insieme decidono di raccontarsi e raccontare storie attraverso la musica, insomma, un vero e proprio circuito culturale. Tra i primissimi esponenti possiamo citare Daevid Allen (fondatore dei Gong) e Robert Wyatt (Soft Machine). I primi dischi appartenenti a questo genere risalgono al ’67, ’68; di lì a pochi anni in tutta europa (Italia compresa) nasceranno una quantità impressionante di gruppi indirizzati verso questo tipo di espressione compositiva; espressione libera direi.

Il Prog appartiene al genere rock più che altro perché sembra essere più adatto a gruppi musicali che non a solisti, come spesso accade nel jazz o nella classica, e poi perché si fa molto uso di strumenti elettrici, anche quelli di più alta sofisticazione. E’ musica completamente libera, si raccontano storie personali, o storie surreali, di gnomi, di fate e gli spartiti, spesso molto complessi, non appartengono a nessun genere musicale, o meglio, a tutti i generi. Troviamo il blues, il rock delle ballate e quello dei soli di chitarra elettrica, troviamo la musica classica e il jazz. E’ una musica tutta da ascoltare, spesso cantata e spesso solo strumentale.
Sebbene gli Egg non godano di un’immensa fama, come gli Emerson Lake & Palmer o i King Crimson, ritengo che questo loro disco d’esordio Egg o The First Album (1970) sia un’opera fondamentale della musica contemporanea. Parlo di musica contemporanea perché, in realtà, in tutta la musica “alternativa o di spessore” che ascoltiamo oggi vi è un’influenza impressionante di composizioni Prog.
Ciò che rende importante questo disco degli Egg è senz’ altro il coraggio di inoltrarsi nel Prog più spinto, troviamo soluzioni ai limiti della stravaganza, tempi bizzarri e le parti vocali davvero particolari. Io amo questo disco perché la fantasia e le capacità dei tre musicisti spaziano davvero in ogni genere musicale fino a un passo dai confini di ogni genere stesso (per lo stesso motivo avrei voluto segnalare tra i dischi fondamentali anche Unrest degli Henry Cow), e il tutto senza risultare scostante o troppo pretenzioso. Certo, non aspettatevi di ascoltare i Santana o i Pink Floyd; qui si va un pochino oltre, è musica per curiosi. E’ un disco sperimentale ma molto ben strutturato e molto tecnico; i tre musicisti danno il loro meglio e a fare da collante alle loro composizioni c’è l’instancabile tastiera di Dave Stewart, che non impazza ma sa gestire perfettamente il tutto. Gli altri due sono Mont Campbell al basso e voce Clive Brooks alla batteria. Come spesso accadeva nei dischi dell’ epoca, anche qui possiamo trovare una deliziosa suite di 20 minuti: Symphony N° 2.
Insomma, l’importanza di The First Album è ciò che rappresenta, ovvero, la libertà di espressione e la dimostrazione del fatto che la musica può non avere limiti.




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