7 febbraio 2009

Crisi economica, crisi sociale, crisi legalità, crisi religiosa, crisi isterica, crisi etica, crisi biologica, crisi energetica, crisi crisi crisi


Succedono fatti strani. Sempre più strani.
Sempre più spesso il mondo fronteggia crisi, sconquassamenti, emergenze, crisi.
Sempre più di moda il termine crisi e i metodi studiati ad hoc per risolvere questi sconvolgimenti.
Da dieci anni a questa parte nella mia mente si affollano ricordi di drammi, crisi, situazioni d'emergenza.
Io non credo nelle crisi. Ogni crisi in cui rientra l'attività umana è una crisi programmata o evitabile.
Mi spiego.

La crisi economica attuale, così come quella del '29, sono eventi direttamente controllati dai gruppi di potere finanziario e non solo. Per un sistema economico come il nostro la stabilità è un veleno letale. Le oscillazioni, l'instabilità e le crisi significano solo margini più ampi di profitto.
Il paradosso del sistema si è registrato negli Stati Uniti, patria del capitalismo e del libero mercato, dove ora i debiti creati dai privati sono pagati dallo stato, ossia i cittadini. Io non sono del tutto convinto che il fallimento delle banche significherebbe la fine dell'umanità, come la stampa ha spesso fomentato.
L'economia è un prodotto umano e si basa su astrazioni concettuali, dubbie e lacunose. L'interesse principale dell'economia, come della politica è l'auto-referenzialità = auto-conservarsi.

La società italiana, ma in generale la società occidentale, vive una fase di estrema crisi. Crisi di una morale condivisa, crisi dell'idea di collettività, crisi della responsabilità personale, crisi dei sistemi statali apparentemente incapaci di arginare il crimine e le esigenze sociali dei cittadini.

Crisi dell'individuo. L'uomo si è letteralmente disintegrato. Ha perso anche l'illusione di una sua unità. Crisi matrimoniali, crisi esistenziali, crisi isteriche, crisi familiari, crisi sentimentali.

Crisi ecologica. La terra sembra arrivata improvvisamente al capolinea. Ora dopo decenni di sprechi inspiegabili ci troviamo a dover ripensare il futuro al risparmio. Crisi energetica, crisi alimentare, crisi sanitarie, crisi petrolifere, crisi idrogeologiche, crisi sismiche, crisi atmosferiche.

Crisi è il paradigma del nostro tempo.
Ma non sarà che scambiamo l'effetto per la causa?

Una vera crisi genera sempre una maggiore consapevolezza nel sistema (soggetto e mondo) che colpisce. Le nostre crisi non lasciano tracce evidenti di alcunché.

Sono sempre più convinto che la crisi sia diventato lo sfondo perfetto su cui far recitare tutti gli attori che decidono le sorti dell'umanità.

Non credo più nella inevitabilità delle crisi.

Io non voglio più riparare le crisi degli altri.


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1 commento:

  1. la frequenza e la violenza con cui si parla di crisi in televisione e sui giornali non sono altro che un modo per alimentare le paure. e si sa, la paura è un ottimo strumento per governare.

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