tra il 5 e il 6 dicembre di un anno fa morivano a Torino sette operai della Thyssen Krupp.
da allora, possiamo dirlo, non è cambiato niente.
ogni giorno, alcune persone si recano al lavoro e lì muoiono: nel posto in cui vanno per avere il denaro per poter vivere, trovano invece la morte.
se ci fate caso, sono in prevalenza uomini i morti sul lavoro. sono padri e mariti, sono figli e ragazzi. sono operai e muratori. ma ci sono anche le donne, come la giovane postina di Lucca morta dieci giorni fa senza che nessuno se ne accorgesse.
le leggi per la sicurezza sul lavoro in Italia esistono e ne andiamo fieri. solo che non esistono i "controllori", non ci sono abbastanza impiegati addetti ai controlli sul rispetto delle norme di sicurezza. quindi non c'è nessuno che dica davvero "questo cantiere è pericoloso e va chiuso", "questo reparto ha gli estintori vuoti", "questo sistema antincendio è fallato", "questo motorino non frena".
nessun governo mai ha fatto qualcosa di serio per mettere un punto a queste tragedie. più di mille morti sul lavoro in un anno è un primato di cui vergognarsi.
morire sul lavoro è l'assurdità più grande del nostro tempo. gli schiavi morivano sul lavoro, schiacciati da una pietra, sfiancati dalla fame. possibile che siamo ancora fermi lì?
siamo tornati indietro.
RispondiEliminail rispetto della persona è stato un'illusione durata poco? a volte sembra di sì. lo sfruttamento è di nuovo legale e l'indifferenza è il nostro modo di vivere.
dobbiamo continuare a parlare e a parlarne perché per ora è l'unica arma che abbiamo per difenderci e il solo mezzo di cui disponiamo per provare a cambiare le cose. e poi dobbiamo cercare di unirci perché la voce di tanti si sente.
clari
mi chiedo sempre più spesso che cosa significhi lavorare, cosa garantisce il lavoro e chi sono i lavoratori.
RispondiEliminala percezione del lavoro è cambiata in positivo. il lavoro sembra oggi più responsabile e tutelato. ci sono delle leggi che tutelano i lavoratori.
ma se di fatto le leggi non sono applicate e quotidianamente la gente muore ammazzata dal proprio lavoro, la percezione della realtà lavorativa cambia drasticamente.
è interessante riflettere su cosa sia il lavoro e a cosa serva.
il lavoro nobilita l'uomo?
spesso il lavoro sfama l'uomo. ma è attraverso il lavorare stesso che si cristallizza un sistema predatorio e sacrificale.
il lavoro crea i vincoli al lavoro e controlla i desideri e la libertà degli individui.
come ho già detto in passato, un atteggiamento rivoluzionario oggi sarrebbe l'astenersi dal lavoro, dalla produzione e dal consumo illimitato.
ci stanno rubando la vita e noi imploriamo e ringraziamo i nostri carnefici.
il lavoro di milioni di persone eroicamente inconsapevoli, arricchisce esponenzialmente le cento famiglie più potenti del mondo che controllano il 90% delle ricchezze.
mi sembra di vivere un brutto incubo.