10 dicembre 2008

Morire di lavoro

tra il 5 e il 6 dicembre di un anno fa morivano a Torino sette operai della Thyssen Krupp. 
da allora, possiamo dirlo, non è cambiato niente. 
ogni giorno, alcune persone si recano al lavoro e lì muoiono: nel posto in cui vanno per avere il denaro per poter vivere, trovano invece la morte. 
se ci fate caso, sono in prevalenza uomini i morti sul lavoro. sono padri e mariti, sono figli e ragazzi. sono operai e muratori. ma ci sono anche le donne, come la giovane postina di Lucca morta dieci giorni fa senza che nessuno se ne accorgesse.
le leggi per la sicurezza sul lavoro in Italia esistono e ne andiamo fieri. solo che non esistono i "controllori", non ci sono abbastanza impiegati addetti ai controlli sul rispetto delle norme di sicurezza. quindi non c'è nessuno che dica davvero "questo cantiere è pericoloso e va chiuso", "questo reparto ha gli estintori vuoti", "questo sistema antincendio è fallato", "questo motorino non frena". 
nessun governo mai ha fatto qualcosa di serio per mettere un punto a queste tragedie. più di mille morti sul lavoro in un anno è un primato di cui vergognarsi. 

morire sul lavoro è l'assurdità più grande del nostro tempo. gli schiavi morivano sul lavoro, schiacciati da una pietra, sfiancati dalla fame. possibile che siamo ancora fermi lì?


Articoli correlati per categorie



2 commenti:

  1. siamo tornati indietro.
    il rispetto della persona è stato un'illusione durata poco? a volte sembra di sì. lo sfruttamento è di nuovo legale e l'indifferenza è il nostro modo di vivere.
    dobbiamo continuare a parlare e a parlarne perché per ora è l'unica arma che abbiamo per difenderci e il solo mezzo di cui disponiamo per provare a cambiare le cose. e poi dobbiamo cercare di unirci perché la voce di tanti si sente.
    clari

    RispondiElimina
  2. mi chiedo sempre più spesso che cosa significhi lavorare, cosa garantisce il lavoro e chi sono i lavoratori.
    la percezione del lavoro è cambiata in positivo. il lavoro sembra oggi più responsabile e tutelato. ci sono delle leggi che tutelano i lavoratori.
    ma se di fatto le leggi non sono applicate e quotidianamente la gente muore ammazzata dal proprio lavoro, la percezione della realtà lavorativa cambia drasticamente.
    è interessante riflettere su cosa sia il lavoro e a cosa serva.
    il lavoro nobilita l'uomo?
    spesso il lavoro sfama l'uomo. ma è attraverso il lavorare stesso che si cristallizza un sistema predatorio e sacrificale.
    il lavoro crea i vincoli al lavoro e controlla i desideri e la libertà degli individui.
    come ho già detto in passato, un atteggiamento rivoluzionario oggi sarrebbe l'astenersi dal lavoro, dalla produzione e dal consumo illimitato.
    ci stanno rubando la vita e noi imploriamo e ringraziamo i nostri carnefici.

    il lavoro di milioni di persone eroicamente inconsapevoli, arricchisce esponenzialmente le cento famiglie più potenti del mondo che controllano il 90% delle ricchezze.

    mi sembra di vivere un brutto incubo.

    RispondiElimina