Il nuovo ministro della pubblica (ancora per pochi anni) istruzione si chiama Maria Stella Gelmini.
Laureata in giurisprudenza a Brescia, finisce a Reggio Calabria per superare l'esame di Stato, questo nel 2002 quando i docenti meridionali erano ancora bravi e quando era prassi andare a fare l'esame nelle regioni meridionali.
A distanza di sei anni la signora è diventata ministro dell'istruzione, anche se per sua esplicita ammissione non si ritiene un'esperta della materia, ma confida nell'aiuto della sorella che è maestra elementare.
Il ministro dell'economia è Giulio Tremonti, l'ex commercialista di Silvio Berlusconi. Diciamo che lui fa sempre lo stesso lavoro, ieri come oggi.
Giulio fatti due conti si accorge che l'istruzione pubblica costa troppo. In un periodo di crisi economica le prime cose che si tagliano sono la scuola, la sanità e tutto quello che rientra nella categoria stato sociale. Maria esegue scrupolosamente i dettami di Giulio, proponendo un taglio radicale alla spesa per l'istruzione e la ricerca. Le idee che propone sono assolutamente rivoluzionarie:
1 maestro unico;
2 meno ore di lezione;
3 abolizione del tempo pieno;
4 almeno trenta studenti per classe;
5 aumento della flessibilità per gli insegnanti;
6 taglio ai fondi per la ricerca;
7 mobilità perenne per insegnanti, professori, ricercatori e operatori scolastici.
Se avesse tagliata direttamente la scuola pubblica forse avrebbe ricevuto meno critiche, dato che quello che resta dell'istruzione è veramente poco.
L'idea su cui vale la pena soffermarsi è l'introduzione (re-introduzione) del maestro unico. Cosa implica una scelta del genere?
Prima di tutto il riaffiorare dei ricordi di scuola dei nostri nonni e genitori, ma loro a scuola non ci vanno e non dovranno più tornarci.
Per gli studenti la cosa si fa più interessante e rischiosa.
Se sei fortunato e incontri un genio, la tua formazione non ne risente particolarmente, basta che abbia competenze in tutte le materie: inglese e informatica inclusi. Un pacchetto all-inclusive che ricorda tanto l'estate e i villaggi vacanza.
Se invece sei sfortunato la tua formazione finisce prima ancora di iniziare, si passa direttamente all'educazione mediatica a distanza. A quel punto il palinsesto televisivo diventerà una nuova materia scolastica (sempre il solito conflitto di interessi!).
Questa sorprendente riforma implica che nel giro di qualche anno ci ritroveremo più di 80000 insegnanti senza lavoro.
Allo stesso tempo il livello di preparazione garantito agli studenti italiani sarà sempre più basso, rasente all'analfabetismo. La riforma sembra soddisfare molto i genitori, in questo modo ci sarà un solo insegnante da minacciare, insultare e picchiare. Un gran risparmio di tempo ed energie.
Tuttavia bisogna essere ottimisti e vedere i lati positivi della vicenda.
La spesa per l'istruzione sarà abbattuta, gli insegnanti inizieranno finalmente a lavorare nelle scuole private, a cui si iscriveranno tutti quelli che avranno le risorse economiche necessarie e dove il modello maestro-pensiero unico non sarà adottato. Basta ricordare che all'epoca dei maestri unici, gli istituti privati si differenziavano proprio per l'impiego di più docenti specializzati nelle diverse materie. In sostanza chi potrà permetterselo si garantirà un minimo di istruzione e gli altri li formeremo a distanza tramite programmi appositi trasmessi a reti commerciali unificate: Ciao Darwin si occuperà di biologia, Chi vuol esser milionario penserà all'economia, a Forum spetta l'educazione civica, Gli Amici di Maria svilupperanno le attitudine artistiche, mentre il Tg4 sarà la ricreazione e il momento di svago.
In questo nodo l'offerta sarà ampia, diversificata, gratuita con all'interno preziosi consigli per l'acquisto.
Dopo tutto è necessario tagliare e la scuola non è una priorità. I ragazzi seguiranno i loro istinti.
Alla ricerca universitaria non sta andando meglio. Tagli drastici sono in arrivo o sono già arrivati e tra poco verrà introdotto il nuovissimo ordinamento.
Ho già i brividi lungo la schiena.
Vi consiglio di leggere un articolo di Ascanio Celestini apparso sull'Unità.
Scuola pubblica: svendita totale. Fate presto, ultime occasioni di sana istruzione!
25 settembre 2008
C'era una volta la scuola...
Pubblicato da
Inviato di guerra
alle
19:30
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la scuola pubblica sta per scomparire, ridotta sul lastrico per mancanza di fondi, insultata dai ministri e politicanti, da genitori ignoranti e arroganti (che fa pure rima).
RispondiEliminase c'è un modo per distruggere il futuro di una nazione, per manipolarlo e controllarlo è proprio attaccando la scuola pubblica: il luogo in cui si formano le persone, la società civile, le coscienze collettive e individuali, in cui si insegna a pensare, a faticare, a ragionare.
senza questi stimoli, senza le regole, senza autorità, senza insegnanti, la scuola pubblica è fallita e la società pensante è rasa al suolo.
mi vengono i brividi a pensare che Gli amici di Maria faranno il consiglio di classe.
tutta la mia stima a quegli insegnanti VERI che - nonostante tutto - riescono ancora a DARE un'impronta decisiva alle scolaresche. io ne conosco diversi, alcuni grandi, altri giovanissimi. bisognerebbe non lasciarli mai soli, questi eroi della quotidianità.
lasciamo perdere la gelmini, che a domanda risponde "mio padre faceva il contadino, l'esame lo dovevo passare per forza..."e su questa affermazione non sprecherei neanche mezza parola, ma il punto è:può questo paese continuare a tagliare su scuola e ricerca?no che non può. A volte penso che ci vogliono ignoranti per manipolarci meglio...
RispondiEliminatemo sia esattamente così: ci vogliono ignoranti per manipolarci meglio. un popolo non consapevole (dei propri doveri e diritti) non è un POPOLO è un gruppo di sudditi.
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