6 ottobre 2008

Crisi finanziaria. Europa e banche a rischio. Le voci dalla rete



I quotidiani di oggi aprono con dei titoli che destano preoccupazione e scoramento. I titoli bancari crollano, i mutui precipitano in una crisi senza precedenti e nello scenario di un'economia globale nessuno può sentirsi completamente al riparo da eventuali ripercussioni.

Il problema finanziario odierno è estremamente complesso e nuovo, un mercato globale non esisteva nel 1929, una finanza mondiale, una situazione di indebitamento tale non ha precedenti. Quindi si riduce la possibilità di prevedere quali pieghe prenderà la situazione.

Senza voler essere catastrofici ma nemmeno superficiali si possono fare alcune constatazioni.

In assenza di fatti catastrofici, guerre o carestie, è quantomeno bizzarro ritrovarsi con interi settori finanziari e dunque interi Stati e intere economie strozzate dai debiti accumulati durante gli ultimi trent'anni in maniera esponenziale.

Dopo Bretton Woods (1944) è cambiata l'idea dell'economia, si è passati da una organizzazione sociale fondata sul risparmio a un'economia legata indissolubilmente al debito. Ma perché gli Stati si indebitano?

Rispondere a questa domanda non è assolutamente semplice. Forse è più utile farsi un'altra domanda, più circoscrivibile nella risposta: chi ci guadagna dall'indebitamento globale e dalle crisi finanziarie?

Le banche e i loro proprietari. Sempre e comunque.
Richard Fuld, il padre della Lehman (quarta banca d’affari statunitense) esce da questo crack in piedi: “dal 1993 fino al 2007 ha conseguito tra stipendi, bonus, stock options la meravigliosa cifra di 466 milioni di dollari”.
Cifra questa di tutto rispetto, ma non completa, perché bisogna sommare la buona uscita di 22 milioni di dollari, maturata prima del fallimento bancario.

Stanley O’Neal, ex numero uno di Merrill Lynch lascia il suo prestigioso ufficio con una pensione da 161 milioni di dollari, e questo dopo aver creato una voragine da 40 miliardi di dollari.

Il mega boss della Citigroup, Chuck Prince, si è intascato invece 68 milioni di dollari, e l’ex presidente di Bear Stearns, Jimmy Cayne soli 60 milioni di dollari.

Come è possibile che dirigenti così incapaci ottengano tanto?

Molti parlano di crisi economiche programmate. Perché?

In pratica i grossi gruppi economico-finanziari, i due più grandi al mondo sono il ramo statunitense dei Rockefeller e quello europeo dei Rothschild, spolpano determinati Branch di mercato (settori) fino a quando risultano vantaggiosi. Dopo aver concluso ogni forma di speculazione si passa ad altro e si lasciano tranquillamente fallire le aziende dedicate, vedi Lehman.

A questo punto risulta funzionale una crisi, direi indispensabile, dal momento che i debiti accumulati vengono sanati dagli Stati nazionali, quindi dai cittadini, vedi Stati Uniti, prestiti ponte e smantellamento dello stato sociale.
Quindi i debiti generati dalla speculazione finanziaria (economia irreale) per evitare un crollo strutturale e definitivo del sistema (controllato) fanno intervenire gli Stati che fanno ricadere il peso degli enormi profitti privati sulla collettività e sui servizi erogati.

Non mi meraviglierei se nei prossimi mesi saltassero altre banche, fondi di investimento, assicurazioni e società mutualistiche. Per questo è indispensabile tenere sotto controllo la nostra situazione finanziaria ed evitare assolutamente di indebitarsi.

Riporto alcune voci dalla rete, quindi vanno prese con estrema cautela, secondo le quali Unicredit sarebbe già sull'orlo del fallimento e per quanto riguarda gli amici statunitensi la prossima grossa società a rischio è la AIG, American Internationale Group, la più grande società di assicurazioni del mondo.
La prossima bolla finanziaria che è ormai pronta riguarda le società che gestiscono le carte di credito, i debiti degli americani sulle carte di credito sono sul punto di esplodere: saranno il prossimo uragano a colpire il già fragile settore finanziario Usa. Quest'anno le insolvenze sono doppie rispetto al 2007.

Vi consiglio di guardare questo video: I vandali della finanza (Durata 33'29").
http://www.rtsi.ch/trasm/micromacro/welcome.cfm?idg=0&ids=0&idc=34370

Vogliono i vostri risparmi e poi la vostra vita!



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1 commento:

  1. Per ridere un pò, o piangere, provare a dare un'occhiata agli assetti proprietari di unicredit...
    detto ciò, vogliamo continuare a ridere con un sillogismo forse poco aristotelico ma molto efficace:
    ALITALIA E' IN CRISI
    LE BANCHE COMPRANO ALITALIA
    LE BANCHE SONO IN CRISI
    ....
    la conclusione la lascio a voi!

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