l'udito è uno di quei sensi che non si può scegliere di usare: le orecchie non si possono chiudere come le palpebre o serrare come le labbra. perché anche tappandole, non evitano il passaggio del suono. le orecchie sono continuamente pronte a ricevere, a recepire, ad ascoltare le vite degli altri.
questo lo sa bene chi viaggia in treno o in autobus, chi fa la fila in posta o si trova a contatto, a stretto contatto, con estranei per un minino di cinque minuti, a contatto in uno spazio obbligato e da cui difficilmente ci si può sottrarre.
per quella perversione che ci accomuna tutti, si finisce per osservare, scrutare, analizzare e soprattutto ascoltare la vita di qualcun altro. qualche settimana fa un uomo raccontava alla sua fidanzata quanto fosse intenso il traffico di milano, quanto fosse frenetica la città e quanto non vedesse l'ora di tornare a casa. peccato che l'uomo non era a milano. era a roma, in attesa di un taxi, vestito di fresco. due ragazze si lamentavano di aver dormito troppo poco, di essere stanche e stressate per il lavoro: si erano appena conosciute, un'indossatrice e una venditrice delle bancarelle, non avevano niente in comune eppure si sono quasi confidate sull'autobus, sedute dietro di me. so un sacco di cose su queste due, adesso.
le vite degli altri ci capitano nelle orecchie e non possiamo fare altro che accoglierle. se siamo abbastanza capaci di tenerle con noi, le vite degli altri diventano consigli, ammonimenti, esempi da seguire o da evitare, storie da raccontare. le vite degli altri diventano un po' nostre.
una postilla: le vite degli altri è anche il titolo di un film meraviglioso, ambientato a berlino, prima che la città diventasse la berlino fantastica che conosco io. è un film sulla ddr, su quella quotidianità tragica e severa, su quel design assurdo e bellissimo. ed è un film sull'udito.
eli
ciao!!!!linkato!!!grazie per aver accettato lo scambio link!!!!a presto,ciao.
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