Si apre oggi la sezione "Le Voci dei Soldati" nella quale compariranno i contributi di alcuni "combattenti" amici. Questo è il primo post che ho scelto di pubblicare.
A cura di Giordi
Dopo aver sconvolto l’intero pianeta con le sue esibizioni dal vivo e con i due primi dischi Are You Experienced? e Axis: Bold As Love, è la volta di un capolavoro che esce nell’anno delle tanto discusse contestazioni giovanili. È il 1968 e anche un non appassionato di musica, con un po’ di immaginazione, può comprendere dalle sonorità di questo disco che è giunta l’ora di cambiare qualcosa. Come al solito la musica è una delle prime arti a manifestare questa esigenza.
Electric Ladyland è il terzo e ultimo disco della Jimi Hendrix Experience, ed è quello in cui la ricerca sonora si rivela per il chitarrista di Seattle una necessità primaria; tanto che la registrazione di questo album è stata portata a termine con l’ausilio di diversi musicisti, ognuno a dare il proprio contributo per la riuscita dell’effetto desiderato. Mitch Mitchell (batteria) e Noel Redding (basso), tradizionali componenti del trio insieme a Hendrix, in questa occasione non furono da soli in sala di incisione e sembra che soprattutto Redding non fosse entusiasta di un tale via vai in studio.
In questo disco troviamo pezzi celebri come Voodoo Chile, Crosstown Traffic e All Along The Watchtower. Il blues di Hendrix si mescola al quel genere di rock che in quegli anni stava per esplodere. Questa miscela, con un’aggiunta di una forte componente psichedelica, si rivela esplosiva e sarà proprio la componente immaginifica a rendere alcuni brani ipnotici e violenti allo stesso tempo. Si pensi al tappeto di organo e all’incessante lavoro di batteria in Voodoo Chile: l’effetto raggiunto è quello di una vera e propria immersione in uno spazio e in un tempo sconosciuti. Sebbene al primo ascolto non risulta semplicissimo, questo disco gode però di un eccellente dinamismo che lo rende forte e penetrante come una lama.
Ah, dimenticavo di suggerire di apprezzare le parti di chitarra in Electric Ladyland; questo a prova del fatto che è scorretto associare il genio di Hendrix esclusivamente allo strumento di sua eccellente competenza.
Un disco del 1968 che suona bene ancora oggi. Forse suona meglio di tanti altri dischi prodotti in questi ultimi tempi. La mia preferita è Voodoo Chile.
RispondiEliminaBuon ascolto.
Grazie giordy.
Inviato, ma noi abbiamo questo disco? mi è venuta voglia di ascoltarlo. anche se non so se lo capirò. potreste aprire (Inviato e Giordy) una rubrica sull'ascolto, sulla guida all'ascolto. sarebbe utilissima.
RispondiEliminaOttima idea, Eli, proprio ottima.
RispondiEliminaIn effetti avevo aperto i commenti a questo post per dire che il genere musicale in questione mi è un tantino estraneo e che del resto io musicalmente sono un'assoluta capra, ma che però il post mi era molto piaciuto e speravo che la collaborazione di Giordy continuasse, proprio per provare a essere un po' meno capra.
Poi ho letto il tuo commento, Eli, e quello che suggerisci mi sembrerebbe un eccellente modo per continuare.
EVVIVA! eli e la blu a scuola di ascolto!
RispondiEliminaper Inviato e Giordy: aspettiamo lezioni di musica. scrivete, scrivete.
Le richieste e i suggerimenti di eli e blu sono molto interessanti. Cercherò di esaudirle ma sarà indispensabile l'aiuto di qualche volenteroso. E' chiaro a chi mi riferisco.
RispondiEliminaSarebbe molto bello se si riuscisse a inserire in questa futura guida all'ascolto anche una sezione dedicata alla musica classica e contemporanea.
Sì, sarebbe veramente bello.