7 giugno 2008

Cannes premia gli "orrori" italiani

25 maggio 2008, vengono assegnati i premi cinematografici più prestigiosi di Francia.
La Palme d'Or viene attribuita a Entre les murs di Laurent Cantet. Vince un film francese in Francia.
Ma la notizia interessante per noi "italici" è l'assegnazione di prestigiosi premi della giuria a due film molto attesi e veramente italiani: Gomorra e Il divo, che ricevono rispettivamente il Gran Prix e il Jury Prize.
Naturalmente viene voglia di vedere questi film, a prescindere dai giudizi di alcuni e dai premi di questi mega festival, non sempre attendibili. Devo dire che questa volta i premi sono veramente meritati, ma non posso sbilanciarmi oltre perché non ho ancora visto il film vincitore.

Ho visto i due film a distanza di qualche giorno l'uno dall'altro e solo per puro caso sono partito da Il divo.
La prima cosa che voglio sottolineare è la regia. Sorrentino riesce a sintetizzare in maniera degna e accattivante una "storia", quella di Andreotti, che coincide perfettamente con la Storia dell'Italia repubblicana. Tutti più o meno conoscono il personaggio, ma ripercorrerne la cronologia con le immagini mette in evidenza ancora di più l'interminabile, oserei dire stoica, attività del nostro "stratega" politico cresciuto all'ombra del Concordato stipulato tra Mussolini e il Vaticano.
Il film fa emergere un aspetto veramente inesplorato di Andreotti: l'uomo, il marito e l'amico. L'Andreotti uomo, per come è tratteggiato nel film, inquieta e spaventa più dell'Andreotti politico, per il semplice fatto che le sue vicende pubbliche sono in parte condivise e conosciute, come la sua proverbiale "intelligenza" e ironia. Del resto è lui che ha deciso nel bene e nel male le sorti del nostro Paese. La sfera privata però è rimasta sempre nascosta: mai grossi pettegolezzi, mai vicende grottesche - se escludiamo le questioni giudiziarie. Il sette volte presidente del consiglio non mostra mai accenni d'affettività, risulta estremamente freddo, calcolatore, vuoto, completamente prosciugato dal potere. Se questo abbozzo tratteggiato nel film sia coerente con la storia personale del divo non saprei dirlo, però è curioso notare come lo stesso Andreotti si sia risentito nei confronti del se stesso personaggio e per nulla dei fatti di mafia, della prescrizione o degli omicidi eccellenti.

Gomorra è tutto un altro film. Il taglio che domina la narrazione è prettamente documentaristico, "le vele" e il quartiere Scampia bastano a tenere il ritmo narrativo. I fatti raccontati da Garrone sono tratti dal libro di Roberto Saviano: pare che l'autore si sia ispirato ad alcune inchieste di giornalisti napoletani che lo hanno in seguito denunciato per plagio. E' infatti in corso una causa intentata da questi stessi giornalisti contro la Mondadori.
Le storie di Gomorra sono le stesse che ci raccontano faziosamente (o dovrei dire non ci raccontano) da qualche mese a questa parte giornali e tv, problemi che risalgono almeno al 1994, quando fu istituito il primo commissario straordinario ai rifiuti nella regione Campania.
Il degrado umano e architettonico sono il fulcro e le fondamenta della storia. Un apparato criminale per prosperare necessità del degrado come humus e nella perdita di qualsiasi speranza o prospettiva per il futuro. Quelli che vivono in Campania forse sono consapevoli di questa condanna, nel film traspare una malinconia disperante che lascia lo spettatore senza fiato.
Resta indifendibile l'atteggiamento di chiunque in qualità di campano, prima che camorrista, non si sia posto alcuno scrupolo nel contaminare l'ambiente di tutta la regione nella quale per altro ancora vive.
Si ripercorre così attraverso il film la storia del tradimento originario, la storia del tradimento della propria terra, delle proprie origini, dei propri affetti.
Del resto, i camorristi non si preoccupano di restare fedeli neppure al proprio clan.

Due splendidi film che fanno venire voglia di pa(r)tire.


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1 commento:

  1. ecco...un articolo su cannes 2008 !
    molto bene !
    che dire...
    è stato un festival spettacolare...
    perchè ?
    presidente della giuria...
    SEAN PENN !!!
    ex marito della signora !
    secondo, e non ultimo, ma motivo più importante...
    LA SIGNROA E' STATA A CANNES !!!
    a presentare i'm because we are !
    il suo docuemntario sui bambini malati di aids del malawi !
    CAUSA NOBILE LA SUA !
    ma non vedo manco un accenno in questo articolo a riguardo della sua apparizione sulla croisette...
    E QUESTO NON VA BENE !
    voglianmo mettere un bell'articolo sul documentario, e anche sul tour che si ferma a roma ?
    su forza...
    a voi il compito...
    le foto ve le sponsorizzo io...
    attendo news...

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