30 ottobre 2008

Sciopero nazionale. L'eutanasia dell'istruzione italiana



Roma. Giornata di lutto nazionale per la morte della scuola Primaria.
30 ottobre 2008.
Sciopero nazionale contro le politiche decretizie della "non-riforma" dell'istruzione: scuola e università.

Il governo Berlusconi è insediato da cinque mesi e c'è già stata un'ondata di scioperi trasversali: dalle forze dell'ordine, alla scuola, dai lavoratori precari, ai malati.
Nessun cambiamento di rotta da parte del Capitan Silvius. Peccato che la sua rotta non dia alcun risultato condiviso.

Continuare a calpestare il parlamento era prassi ormai accettata, ma insistere nell'osteggiare manifestanti, studenti, mamme, docenti, insegnanti e opposizione mi sembra un'operazione controproducente.

Il movimento di protesta continua a crescere.
Non si aprono spiragli di dialogo.
Silvio ha seguito solo il consiglio di Cossiga.

Tempi duri per i naviganti...


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29 ottobre 2008

La scuola è il futuro del Paese

Roma è piena di studenti. 
e anche tante altre città italiane.
ma la loro dignità - così come la nostra - è calpestata dall'arroganza del governo. dalla falsa informazione, dalla mancanza assoluta di rispetto delle regole democratiche.
se c'è una proposta di legge, DEVE esserci una discussione, un confronto con le componenti del parlamento e con la società civile.
l'assenza di questo procedimento indica comunque un'azione di forza.

il governo non conosce la scuola pubblica, non conosce le scuole elementari. questo è un dato di fatto. 
parlano di maestro "prevalente" - dopo aver diffuso per settimane la dicitura "maestro unico" - che sostituisca i tre maestri di ogni classe. le questioni sono due: se il maestro è prevalente, è prevalente su chi? e su cosa? dato che gli altri due maestri vengono tagliati, su chi prevale?? secondo: i maestri non sono affatto tre su ogni classe! le maestre delle elementari sono TRE SU DUE CLASSI. è il sistema dei moduli. QUALCUNO DEL GOVERNO LO SA QUESTO, O NO? 
evidentemente no, o comunque non lo dicono. 
parlano senza conoscere. chiedono le classi separate per i bambini immigrati: LO SANNO O NO CHE I CORSI DI SOSTEGNO PER LA LINGUA ITALIANA ESISTONO GIA'??!! no, non lo sanno. e se lo sanno, anche questo non lo dicono.

non parliamo dell'università. la necessità di una riforma è innegabile, ma i tagli indiscriminati sono inutili e dannosi, perché non vanno a colpire i sistemi difettosi delle facoltà (il baronaggio o le università fantasma, per esempio) ma la RICERCA. danni su danni.  
trovo vergognoso che nei programmi televisivi invitino a parlare i professori della Lumsa o della Bocconi: università private, che non sono minimamente interessate ai tagli né agli studenti delle scuole pubbliche.

togliere la possibilità di una scuola PUBBLICA di qualità vuol dire togliere la possibilità di PENSARE. 
è vergognoso.
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28 ottobre 2008

Manifestazione PD. Cifre e foto. Seconda Cronaca



La manifestazione del Partito Democratico che si è svolta al Circo Massimo il 25 ottobre ha raccolto un cospicuo numero di partecipanti quantificabile tra: seicentomila e un milione di persone.

Senza trionfalismi, tantomeno riduzionismi, la manifestazione ha scosso dal torpore degli ultimi mesi. Senza entrare nel merito delle questioni e della politica, questo post testimonia la partecipazione nei fatti che riguardano il Paese.

I soldati erano presenti.

Alcune foto









Passo.

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Rete4: ABUSIVA.

Marco Travaglio racconta il processo a Rete4, una rete abusiva. 
e racconta le vicende di Calogero Mannino, UDC.
buona visione.


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26 ottobre 2008

Pallottole a salve. Ron Howard per Obama

See more Ron Howard videos at Funny or Die


Passato, presente e futuro.
Finzione, divertimento e impegno.
L'America è anche tutto questo. Segue...

25 ottobre 2008

Manifestazione PD. Prima cronaca



Roma, Circo Massino 14:30.
25 ottobre 2008: manifestazione indetta dal PD.
Perché andarci?

Andare alla manifestazione di oggi anche se non si è del Partito democratico è possibile? Sì.
Prima di tutto si partecipa direttamente a qualcosa che interessa questo Paese. Informarsi direttamente, le notizie riportate sono sempre strumentalizzate.
Un momento di condivisione che può scavalcare anche le cristallizzazioni ideologiche.

Protestare contro l'arroganza dilagante di un governo che ha sdoganato l'uso della forza, della retorica, della smentita, dell'insulto, della provocazione, dell'incapacità, del populismo e degli interessi personalistici.

Esserci è sempre meglio che dormire. Esserci per criticare prima di tutto un modello di Paese che è evidentemente fallito.

Nei prossimi giorni il reportage e le foto della manifestazione.



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LinuxDay 2008. Software libero!



25 Ottobre 2008: Linux Day 2008.

Il Linux Day è una manifestazione italiana che ha lo scopo di promuovere il sistema operativo Linux e il software libero, e consiste in un insieme di eventi contemporanei organizzati in diverse città.

Il successo è stato via via crescente, rendendo il Linux Day la principale manifestazione italiana no profit dedicata a Linux e al software libero. Le edizioni precedenti si sono tenute il 23 novembre 2002 (69 manifestazioni locali), il 29 novembre 2003 (85 manifestazioni locali), il 27 novembre 2004 (100 manifestazioni locali), il 26 novembre 2005 (100 manifestazioni locali), il 28 ottobre 2006 (104 manifestazioni locali), e il 27 ottobre 2007 (118 manifestazioni locali).
Quante saranno quest'anno le manifestazioni?
Per sapere dove si svolgeranno oggi le manifestazioni è disponibile una mappa sul sito ufficiale del LinuxDay 2008.

La libertà passa anche dal Software.


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23 ottobre 2008

Berlusconi. Una soluzione condivisa: più polizia per tutti!


Sarà che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è ossessionato dall'idea di poter finire in carcere che ha sviluppato un rapporto conflittuale con le forze armate tutte. Se da un lato l'idea lo terrorizza, dall'altra cerca di risolvere tutti i problemi del Paese utilizzando quando l'esercito, quando la polizia, quando il parlamento. Tutte le difficoltà strutturali dell'Italia vengono banalizzate a questioni di ordine pubblico. Cosa c'è dietro a questa mania poliziesca?

Berlusconi che dichiarò alla vigilia della sua discesa in politica a Indro Montanelli, "o vado in carcere o mi metto in politica", mostra in questa nuova legislatura la sua vera faccia. Forte del consenso elettorale e dei numeri parlamentari, ha iniziato veramente a gestire la cosa pubblica come una sua proprietà, scavalcando quelle che sono le basilari forme e procedure democratiche.

Il discusso pacchetto Gelmini che taglia l'istruzione, perché è un costo e perché c'è la televisione per i più poveri e le scuole private per i più ricchi, è stato approvato alla Camera per decreto=senza alcuna discussione parlamentare.
I decreti leggi sono strumenti legittimi ma un governo con una maggioranza tale non dovrebbe ricorrere così spesso al decreto legge. L'accelerazione è sempre giustificata dalle vere o presunte crisi: c'è sempre una crisi, e nessuno mai attribuisce le colpe di queste crisi ai responsabili.

Come succede ormai di frequenti si interviene in modo repentino e si pretende non solo di avere ragione, ma addirittura si cerca il consenso generale dei cittadini.
Questo governo con a capo un presidente che in altri Paesi sarebbe già in carcere (è bene ricordarlo), proprietario dell'informazione italiana, proprietario dell'editoria italiana, proprietario di banche e assicurazioni ha fatto il passo decisivo: è uscito allo scoperto e vuole dirigere la sua nazione senza dialogare, il dialogo rallenta, questo è un governo del fare e non del dialogare.

Ma se si compiono dei disastri?
In Europa ci descrivono come dei razzisti, ci denigrano per le nostre politiche, (vedi l'ambiente) e si preoccupano per l'aumentare del nostro debito pubblico.
Un presidente del fare che aumenta continuamente quando è al governo la spesa pubblica e taglia a più non posso tutto quello che produce cultura, stato sociale, cooperazione e sviluppo di senso critico.
Non bastano i canali televisivi, ora si è arrivati a minacciare l'impiego della polizia nelle scuole.
La metodologia di impiego adottata sarà la stessa riservata alla scuola Diaz di Genova il 21 luglio del 2001, verrà dato anche l'ordine di sparare contro gli studenti più facinorosi?



Già in questi pochi mesi del governo sono state sdoganate e banalizzate molte parole e pratiche pericolose: ordine, disciplina, esercito per le strade, esaltazione del leder, retoriche propagandistiche, turbativa dei mercati finanziari e tante ancora.
Questo governo al massimo dei consensi (virtuali dei sondaggi) rischia di trasformarsi nel peggiore dei governi possibili.

L'economia va a rotoli, i banchieri rifiutano l'aiuto di Berlusconi, l'agenda politica è dettata dalle esigenze del leder maximo e una generazione che si vede derubare il proprio futuro sotto gli occhi dovrebbe anche esserne felice e applaudire uno degli artefici di questo disastro?

Ricordassero a Berlusconi che non siamo in uno studio televisivo, non c'è quello che è pagato per far partire gli applausi. Abituato com'è a parlare nei salotti televisivi, dimentica che ogni volta che mette il becco per strada ha bisogno di 40 guardie del corpo e delle forze di polizia per girare.
Silvio che aspira a diventare "il dittatore dello stato libero di bananas" non ha bisogno dell'istruzione pubblica, non ha bisogno dell'istruzione.
Razionalizzare l'istruzione non significa distruggerla. Questo sia ben chiaro a quelli che completamente disinformati pensano ai docenti come a delle sanguisughe. Nella scuola e nell'università ci sono degli sprechi, dovuti alle lobby di potere, ma sono infinitesimali rispetto agli sprechi di cui dovrebbe occuparsi veramente un governo basti pensare a come nel corso degli anni sono stati trattati alcuni affari: Iri, Telecom, Alitalia, municipalizzate, Trenitalia, Sanità, energia, rifiuti, stipendi dei politici, stipendi di tutti i parenti dei politici, comunità montane, province, enti superflui in generale, guerra in Afghanistan, crisi finanziaria di cui non conosciamo le cifre, consulenze e così avanti ad libitum

Gli individui devo riappropiarsi della propria vita e della propria dignità.
Bisogna ricominciare a pensare, leggere, comunicare, interagire, far circolare delle idee, maturare una coscienza critica, ricostruire una morale ragionevole.
Un imperativo morale per ripensare a un futuro possibile.


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22 ottobre 2008

Roberto Saviano: GRAZIE.

non ci stanchiamo di ripetere che siamo grati a Saviano per quello che ha detto/scritto/realizzato.
ma questa volta riportiamo il suo commovente GRAZIE a tutti.


GRAZIE per tutto quanto state facendo. È difficile dimostrare quanto sia importante per me quello che è successo in questi giorni. Quanto mi abbia colpito e rincuorato, commosso e sbalordito sino a lasciarmi quasi senza parole. Non avrei mai immaginato che potesse accadere niente di simile, mai mi sarei sognato una tale reazione a catena di affetto e solidarietà.

Grazie al Presidente della Repubblica, che, come già in passato, mi ha espresso una vicinanza in cui non ho sentito solo l'appoggio della più alta carica di questo paese, ma la sincera partecipazione di un uomo che viene dalla mia terra.


Grazie al presidente del Consiglio e a quei ministri che hanno voluto dimostrarmi la loro solidarietà sottolineando che la mia lotta non dev'essere vista disgiunta dall'operato delle forze che rappresentano lo Stato e anche dall'impegno di tutti coloro che hanno il coraggio di non piegarsi al predominio della criminalità organizzata.

Grazie allo sforzo intensificato nel territorio del clan dei Casalesi, con la speranza che si vada avanti sino a quando i due latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine - i boss-manager che investono a Roma come a Parma e Milano - possano essere finalmente arrestati.


Grazie all'opposizione e ai ministri ombra che hanno appoggiato il mio impegno e quanto il governo ha fatto per la mia sicurezza. Scorgendo nella mia lotta una lotta al di là di ogni parte.
Le letture delle mie parole che sono state fatte in questi giorni nelle piazze mi hanno fatto un piacere immenso. Come avrei voluto essere lì, in ogni piazza, ad ascoltare. A vedere ogni viso. A ringraziare ogni persona, a dirgli quanto era importante per me il suo gesto. Perché ora quelle parole non sono più le mie parole. Hanno smesso di avere un autore, sono divenute la voce di tutti. Un grande, infinito coro che risuona da ogni parte d'Italia. Un libro che ha smesso di essere fatto di carta e di simboli stampati nero su bianco ed è divenuto voce e carne.

Grazie a chi ha sentito che il mio dolore era il suo dolore e ha provato a immaginare i morsi della solitudine.


Grazie a tutti coloro che hanno ricordato le persone che vivono nella mia stessa condizione rendendole così un po' meno sole, un po' meno invisibili e dimenticate.


Grazie a tutti coloro che mi hanno difeso dalle accuse di aver offeso e diffamato la mia terra e a tutti coloro che mi hanno offerto una casa non facendomi sentire come uno che si è messo nei guai da solo e ora è giusto che si arrangi.
Grazie a chi mi ha difeso dall'accusa di essere un fenomeno mediatico, mostrando che i media possono essere utilizzati come strumento per mutare la consapevolezza delle persone e non solo per intrattenere telespettatori.

Grazie alle trasmissioni televisive che hanno dato spazio alla mia vicenda, che hanno fatto luce su quel che accade, grazie ai telegiornali che hanno seguito momento per momento mutando spesso la scaletta solita dando attenzione a storie prima ignorate.


Grazie alle radio che hanno aperto i loro microfoni a dibattiti e commenti, grazie specialmente a Fahrenheit (Radio 3) che ha organizzato una maratona di letture di Gomorra in cui si sono alternati personaggi della cultura, dell'informazione, dello spettacolo e della società civile. Voci che si suturano ad altre voci.


Grazie a chi, in questi giorni, dai quotidiani, alle agenzie stampa, alle testate online, ai blog, ha diffuso notizie e dato spazio a riflessioni e approfondimenti.
Da questo Sud spesso dimenticato si può vedere meglio che altrove quanto i media possano avere talora un ruolo davvero determinante.

Grazie per aver permesso, nonostante il solito cinismo degli scettici, che si formasse una nuova sensibilità verso tematiche per troppo tempo relegate ai margini. Perché raccontare significa resistere e resistere significa preparare le condizioni per un cambiamento.


Grazie ai social network Facebook e Myspace, da cui ho ricevuto migliaia di messaggi e gesti di vicinanza, che hanno creato una comunity dove la virtualità era il preludio più immediato per le iniziative poi organizzate in piazza da persone in carne e ossa.


Grazie ai professori delle scuole che hanno parlato con i ragazzi, grazie a tutti coloro che hanno fatto leggere e commentare brani del mio libro in classe. Grazie alle scuole che hanno sentito queste storie le loro storie.


Grazie a tutte le città che mi hanno offerto la cittadinanza onoraria, a queste chiedo di avere altrettanta attenzione a chi concedono gli appalti e a non considerare estranei i loro imprenditori e i loro affari dagli intrecci della criminalità organizzata.


E grazie al mio quotidiano e ai premi Nobel e ai colleghi scrittori di tante nazionalità che hanno scritto e firmato un appello in mio appoggio, scorgendo nella vicenda che mi ha riguardato qualcosa che travalica le problematiche di questo paese e facendomi sentire a pieno titolo un cittadino del mondo.

Eppure Cesare Pavese scrive che "un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".

Io spesso in questi anni ho pensato che la cosa più dura era che nessuno fosse lì ad aspettarmi.
Ora so, grazie alle firme di migliaia di cittadini, che non è più così, che qualcosa di mio è diventato qualcosa di nostro. E che paese non è più - dopo questa esperienza - un'entità geografica, ma che il mio paese è quell'insieme di donne e uomini che hanno deciso di resistere, di mutare e di partecipare, ciascuno facendo bene le cose che sa fare. Grazie.
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21 ottobre 2008

Vittorio Foa. Morte di un uomo di sinistra.

è morto Vittorio Foa.
coscienza critica della sinistra (quella di una volta), ha dedicato la sua vita alla libertà e alla democrazia.
è stato un giovane antifascista, poi uno studioso, un sindacalista e infine un politico.

era nato a Torino il 18 settembre 1910.
arrestato il 15 maggio 1935, viene condannato a 15 anni perché antifascista. dopo il carcere, nel settembre del 1943 entra nel Partito d'Azione (PdA), di cui diventa segretario con Ugo La Malfa, Emilio Lussu, Altiero Spinelli e Oronzo Reale, e per cui fu rappresentante nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), prendendo parte alla Resistenza.

eletto nell'Assemblea costituente per il PdA, diventa in seguito deputato socialista, per passare poi al sindacato negli anni '50, quando "sindacato" era una parola piena di significati positivi.
Foa è stato uno dei massimi teorici della linea politica dell'autonomia operaia, che ispirò molti anni dopo la nascita dell'omonimo movimento politico.


collaboratore di diverse testate giornalistiche - da La Sinistra a Il Manifesto - persegue l'idea di creare una forza politica impegnata a guidare i gruppi rivoluzionari verso una prospettiva di "governo delle sinistre", distogliendoli da una prospettiva puramente rivoluzionaria.


autore di numerosi libri (fra gli altri,
Il cavallo e la torre, Questo Novecento, Il silenzio dei comunisti - con Miriam Mafai e Alfredo Reichlin -, Il sogno di una destra normale - con Furio Colombo -, Lettere della giovinezza, Sulla curiosità), Foa aveva pubblicato di recente (lo scorso gennaio) per Einaudi Le parole della politica, scritto insieme a Federica Montevecchi.

"Forse il degrado della politica e delle sue parole sta proprio nell'agire pensando di essere soli e nel pensare solo a se stessi".

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20 ottobre 2008

Roberto Saviano. Appello dei premi Nobel


pubblico l'appello dei premi Nobel alle istituzioni e alla società civile, in difesa di Roberto Saviano:

Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro - Gomorra - tradotto e letto in tutto il mondo.
È minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese. Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, Repubblica, e di tacere. Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un problema di polizia. È un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini. Con questa firma vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008.

DARIO FO - Nobel per la letteratura
MIKHAIL GORBACIOV - Nobel per la pace

GUNTHER GRASS - Nobel per la letteratura

RITA LEVI MONTALCINI - Nobel per la medicina

ORHAN PAMUK - Nobel per la letteratura

DESMOND TUTU - Nobel per la pace


per sottoscrivere l'appello: firmare qui. Segue...

19 ottobre 2008

Pallottole a Salve. Colloquio di lavoro




Una tecnica da sperimantare! Segue...

18 ottobre 2008

Le ragioni della fisica. Cabibbo e il Nobel mancato



A cura di Pino

Il nobel per la fisica 2008 è andato per metà a Nambu per "la scoperta del meccanismo di rottura di simmetria" e per metà a Kobayashi e Maskawa per "la scoperta dell'origine della rottura di simmetria CP che predice l'esistenza di almeno 3 famiglie di quark". Per molti scienziati, tra i premiati manca il nome di Nicola Cabibbo, il fisico italiano che ha aperto la strada alle ricerche di Kobayashi e Maskawa. Cabibbo, docente alla Sapienza di Roma, è noto infatti per la cosiddetta matrice CKM (cioè di Cabibbo-Kobayashi-Maskawa, nome ufficiale nella letteratura scientifica), un tassello molto importante per comprendere il modo in cui le forze presenti in natura agiscono a livello microscopico, e più precisamente spiega come interagiscono tra loro i quark.

Oggi sappiamo che i quark, le particelle elementari che formano i protoni, i neutroni e altre particelle simili, sono 6 e sono raggruppati in 3 famiglie: (up - down), (charm - strange), (top - bottom). La matrice CKM, una tabella quadrata 3x3 con 9 numeri, spiega come i primi quark delle coppie (u,c,t) possano "decadere" (cioè trasformarsi) nei secondi (d,s,t).

L'idea nasce da un articolo di Cabibbo (Phys. Rev. Lett. 10, p. 531 (1963)), il quale introduce una matrice 2x2 che dipende da un parametro chiamato appunto "angolo di Cabibbo". Nel 1963 erano note solo le prime due famiglie di quark, quindi una matrice 2x2 era sufficiente per spiegare i decadimenti di up e charm in down e strange.

Nel 1973 Kobayashi e Maskawa capiscono che serve almeno una matrice 3x3 per spiegare il fenomeno di "rottura di simmetria CP" osservato sperimentalmente, dunque che devono esistere almeno tre famiglie di quark.

Il lavoro dei due scienziati giapponesi è profondamente legato a quello di Cabibbo, e il contributo del fisico Italiano è stato senza dubbio determinante per la loro scoperta. Purtroppo questo non è stato il parere della commissione svedese... Ahinoi, forse anche nell'assegnazione dei Nobel le pressioni politiche possono orientare le decisioni. Speriamo che ci siano altre occasioni, anche se, con l'aria che tira da noi per l'università e la ricerca, avere ricercatori da Nobel italiani (che lavorano in Italia) sarà sempre più difficile.


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17 ottobre 2008

Roberto Saviano: NON ANDARE VIA!

Roberto Saviano dice di voler andare via dall'Italia. non può più vivere la vita di un morto.
Roberto Saviano ha 28 anni e le uniche persone con cui dialoga serenamente sono gli uomini della sua scorta.
non va al cinema con una fidanzata, non va in pizzeria, non incontra gli amici per strada o in piazza. Roberto Saviano ha scritto un libro di denuncia, che è diventato un film bellissimo, di successo internazionale (ci rappresenterà agli oscar) e uno spettacolo teatrale. Gomorra è stato insieme la sua emancipazione e la sua condanna.
Roberto Saviano è minacciato apertamente di morte dalla camorra, è accusato dalla sua gente di aver rincorso il denaro e il successo, è bandito dalla vita sociale.
ma Saviano è invece un eroe, un uomo giovane che dovremmo tutti proteggere e a cui dovremmo offrire spazio, stima, amicizia. perché possa continuare a vedere con i propri occhi e raccontare il marcio, perché sia libero di scrivere e di informare.
mercoledì, il giornalista Giuseppe D'Avanzo ha raccontato l'amarezza di Saviano, la sua solitudine e la decisione di lasciare il paese. l'articolo lo potete leggere sul sito di Saviano cliccando qui.

nella città di Caserta gli studenti dell'Istituto Mattei di grafica pubblicitaria hanno realizzato un manifesto che è stato appeso in centro città:

il volto di Roberto Saviano ricostruito attraverso la composizione e l'accostamento di mille fotografie di cittadini casertani che hanno messo la propria faccia a disposizione degli studenti. è un manifesto bellissimo, è il senso di quello che dovremmo fare: sostenere Saviano con il nostro viso in primo piano, fargli sentire che non è solo, che siamo tutti lì.

pubblico qui di seguito un articolo di Nichi Vendola, pubblicato ieri su Liberazione:

Questo ragazzo del Sud, scuro di pelle e con gli occhi inquieti, con quello strano connubio di forza e debolezza che si intuisce già nella sua corporeità, con quel magnetismo che mescola calda vitalità e una malinconia ineffabile. Lo sento sempre così sincero, così impetuoso nei pensieri e nelle emozioni che traduce in scrittura cristallina, in minuziose inchieste sull'indecenza del vivere e del morire nei medioevi post-moderni delle mafie, in pagine aspre e di rara passione (che in questo caso è davvero sostantivo del verbo patire), in documenti di grande letteratura civile. Roberto Saviano è questo ragazzo di meno di trent'anni, meridionale e mediterraneo, che ha realizzato il sogno di ogni ragazzo per accorgersi subito dopo che quel sogno era diventato un incubo. Il sogno di poter fare un lavoro bello e importante, nel suo caso scrivere libri, e il suo allucinato e bellissimo "Gomorra" è diventato addirittura un best-seller planetario. Ma quel libro ha aperto la porta del terrore, ha portato luce dove da sempre aveva vinto il buio, ha narrato il "romanzo criminale" dei Casalesi e dei loro faccendieri, dei loro killer, dei loro impiegati, dei loro interlocutori economici, dei loro protettori istituzionali. Ha squadernato la "banalità del male" della camorra tra Napoli e Caserta, penetrando con forza documentaristica nelle viscere di quella burocrazia dell'onnipotenza criminale che stringe affari e stringe cappi al collo, che fa strage di appalti e fa strage di essere umani con la stessa disinvolta velocità. Il mondo si è improvvisamente accorto della camorra, di un crimine che è radicato negli interstizi più riposti e negli organi vitali della metropoli partenopea, che comanda traffici illeciti di droga e di rifiuti e di qualunque tipologia merceologica inclusi i defunti che sono lottizzati nella rete micidiale delle pompe funebri. Cosa Nostra era stata ciclicamente al centro dell'attenzione dei mass-media, oggetto di raffigurazione letteraria e cinematografica, questione dibattuta nell'arena nazionale ed internazionale. Invece sulla ndrangheta calabrese e sulla camorra campana ha dominato sempre una sorta di distrazione collettiva, o una forma speciale di omertà programmatica, con l'attitudine a ridurla alle cronache locali di violenze arcaiche. Poi questo ragazzo del Sud, raccogliendo il testimone di generazioni di militanti della legalità, ha trovato una cifra narrativa che ha sfondato il muro di gomma plurimo dell'indifferenza, del cinismo, del folclore giustificazionista. Ha acceso una torcia nella notte opprimente dei boss, di questi giganti del nulla, maschietti gonfi di cocaina e ubriachi di potere, in contesa permanente gli uni con gli altri, abitanti frenetici di un pianeta in cui la vita vale meno di uno starnuto, in cui il diritto è surrogato dallo storto, l'empietà scandisce la gestualità quotidiana di chi allunga e allarga traffici e dominio nel nome di una sotto-società educata al "mordi e fuggi" della ricchezza facile, della ricchezza predatoria, della ricchezza svuotata di qualsivoglia contenuto di bellezza, di giustizia, di umanità. Il successo ha comportato, per Roberto, una condanna a morte, una vita prigioniera di caserme e scorte, la fine immediata di una vita normale. Conosco cosa significa. Leggendo le parole di Saviano che pensa di lasciare l'Italia mi sono sentito oppresso. Chi non conosce la solitudine, quel tipo di solitudine, non può capire. Non è colpa dei clan, dei Casalesi, della camorra: loro devono minacciare e uccidere, così esercitano la loro peculiare egemonia culturale e militare. Sono quelli che pensano che sei un esibizionista, che hai sfruttato brutte storie per fare quattrini, che ti sei arrampicato su quell'albero lurido e avvelenato soltanto per svettare. Loro è una colpa grave, nostra è una responsabilità non occultabile. Sono quelli che, galleggiando nella melma del cattivo "buon senso" e dei più vieti luoghi comuni, ti regalano la peggiore delle condanne: appunto una estrema, indicibile solitudine, quella che mette in apnea un'età, un'esistenza nata per cantare la libertà, un corpo che voleva solo danzare la vita. Siamo tutti riscattati dal coraggio di questo ragazzo del Sud. Siamo tutti sconfitti dalla sua stessa inevitabile tristezza. Per questo, per me, per tutti noi, vorrei abbracciare Roberto e sussurargli, con pudore, di non andare via.

"siamo tutti riscattati dal coraggio di questo ragazzo del sud. siamo tutti sconfitti dalla sua stessa inevitabile tristezza". davvero viene voglia di dire a Roberto Saviano: NON ANDARE VIA. 
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16 ottobre 2008

Obama ultimo spiraglio di futuro



Questa notte si è svolto negli Stati Uniti l'ultimo dibattito tra i 
due candidati 
alla presidenza americana: Barack Obama e John McCain.
Tra i due sembrerebbe aver avuto la meglio la freddezza del giovane
afro-americano, che ha saputo tenere i nervi saldi ai feroci attacchi dell'avversario. 

Le prossime elezioni americane saranno fondamentali per il futuro non solo degli Stati Uniti, ma dell'intero pianeta. Le questioni essenziali che dovranno essere affrontate nei prossimi cinque anni sono quelle decisive: crisi finanziaria, sistema bancario, assetto geo-politico, problema energetico, emissioni inquinanti, globalizzazione, sanità, organismi geneticamente modificati solo per citarne alcuni.

Il modo in cui verranno risolte queste problematiche dal futuro presidente faranno la fortuna o la sfortuna delle nostre generazioni.
Tra i due candidati ci sono delle sostanziali differenze programmatiche e strategiche solo per dirne alcune: McCain è contro l'aborto, Obama è favorevole.
Il primo difende la sanità privata, il secondo è per la sanità pubblica.
Il primo è bianco, il secondo è nero. Il primo è favorevole alla guerra, il secondo è contrario.

Le differenze prospettiche tra i due sono evidenti e rilevabile anche grazie alla sola fisiognomica: mentre il giovane vedrà e vivrà le scelte che farà se eletto presidente, l'anziano probabilmente non potrà vedere a lungo le riforme che propone.

Questa è la differenza sostanziale a mio avviso per scegliere a chi affidare un tale potere.

In Italia siamo sempre in contro-tendenza: si presentano sempre gli stessi candidati, viene eletto sempre l'ormai logoro Berlusconi che vive grazie all'esercito di collaboratori che lo sorregge, non esiste un vero confronto tra i candidati, non ci sono regole serie sulla gara elettorale e si vota sempre con un solo interesse: scegliere il candidato che mi garantisce il mantenimento dei miei privilegi nel presente o il loro ottenimento nell'immediato futuro. Una scelta che si basa su uno o due anni al massimo senza tenere conto delle idee di futuro che i candidati cercano di copiarsi a vicenda, basta pensare all'ultima campagna elettorale.

Un'ultima differenza. Mentre negli Stati Uniti i entrambi i candidati cercano di prendere le distanze dall'immagine e dall'operato di Bush, in Italia non solo nessuno mai si sognerebbe di infangare il nome di Silvio, ma Silvio è l'unico al mondo che ancora elogia e ama il presidente più disastroso della storia americana.

Obama è l'ultima illusione che ci resta per il futuro.

Americani non lasciatevela scappare voi che avete la possibilità di scegliere!

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15 ottobre 2008

Riforma dell'istruzione e della ricerca. La "Notte bianca" contro la Gelmini



Oggi si celebra la prima notte bianca contro un Ministro della Repubblica: Mariastella Gelmini, dipendente che si occupa dell'istruzione e della ricerca.
La Gelmini ha fatto approvare con la fiducia una riforma complessiva dell'istruzione che ha come intento celato quello di depotenziare l'istruzione pubblica per favorire l'espandersi della cultura privata.

Il testo della riforma prevede enormi tagli all'istruzione, dal tempo pieno ai fondi di ricerca per gli Atenei. L'istruzione pubblica è evidentemente considerata come una spesa di bilancio accessoria e intollerabile.
L'imperativo di questo governo è tagliare i fondi alla scuola.
Così facendo si favorisce l'insegnamento privato e si attua democraticamente una discriminazione censitaria: chi potrà in futuro permettersi una buona scuola privata potrà garantirsi una cultura di base, altrimenti ci si dovrà accontentare di quello che resterà della scuola pubblica.

La protesta montata in queste settimane è arrivata al suo culmine: oggi in tutte le maggiori città italiane le scuole, i genitori, i docenti e gli studenti manifestano contro una riforma fatta passare senza alcuna discussione parlamentare.

Oggi è stata approvata anche una mozione della Lega che introduce le classi separate per gli studenti stranieri. Motivo in più per approfondire e controllare i contenuti della riforma.

L'elenco dell manifestazioni è ricco di appuntamenti, una lista esaustiva si trova nell'articolo di Repubblica.

Mentre il testo integrale della riforma è consultabile on-line.

Preservare l'istruzione e l'educazione delle giovani generazioni significa darsi una possibilità per un futuro migliore del presente che viviamo.

Sempre in guardia. Sempre pronti a intervenire.
Passo.



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Ammazzateci Tutti sopravviverà!


il movimento antimafie "E adesso Ammazzateci tutti" è salvo.
non chiuderà, continuerà a lottare, a mantenere un punto di vista libero e autonomo.

perché la cosa più straordinaria di tutte è che i soldi raccolti in questa campagna di autofinanziamento sono arrivati dalle tasche di gente comune, da persone che hanno colto l'assoluta importanza di questo movimento e l'assoluta necessità che Ammazzateci Tutti resti un movimento LIBERO, AUTONOMO da qualsiasi partito, editore, padrone. persino autonomo dallo Stato, che non ha versato nemmeno un centesimo. così, in un mese di notizia diffusa unicamente in rete sul sito del movimento, su altri siti più popolari - come quello di Grillo o di dimensioni molto molto più modeste come questo e tanti altri - ma mai sostenuta da un telegiornale o un quotidiano stampato, ce l'abbiamo fatta!

sono stati raccolti 43.143,03 €, come si può verificare nella pagina dedicata. è una bella somma.
coraggio, quindi.
e buon lavoro a tutti i ragazzi di Locri e dintorni.

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14 ottobre 2008

Fondo interbancario. Specchietto per le allodole. Capitalisti in fuga. Chi paga la crisi?


Video tratto dal Blog di Daniele Martinelli


La crisi finanziaria è risolta. I capi di stato europei in stretta collaborazione e intesa hanno arginato quella che veniva prospettata come la crisi finanziaria più grave della storia contemporanea.

Le banche finanziarie hanno creato enormi bolle speculative, hanno alimentato enormi buchi finanziari, hanno speculato e fatto ingenti profitti sulla pelle dei piccoli e medi risparmiatori.

Debito, debito, debito.
Ora chi ripiana i debiti dell'economia virtuale?

Gli Stati nazionali=i cittadini.

Stati Uniti 700 miliardi di dollari (soldi degli americani prestati a privati speculatori);
Germania 500 miliardi di euro;
Francia 300 miliardi di euro;
Gran Bretagna 300 miliardi di euro;
Spagna 100 miliardi di euro;
Italia ancora da definire.

Di chi sono questi soldi? Gli Stati sono governati dagli eletti dal popolo o dagli eletti delle banche?

Mi sembra che il modello Fiat, Alitalia, Parmalat, Cirio e così via sia stato preso a modello anche dalla finanza mondiale.
Il frutto delle speculazioni viene gestito e introitato dai privati; i debiti vengono nazionalizzati e pagati dai contribuenti.

I nostri capi si stato che si pavoneggiano come eroi mitici in realtà non hanno fatto altro che stravolgere il libero mercato (che libero e concorrenziale non è mai stato) per accollare i buchi finanziari ai soliti noti.

"Historia se repetit" Giambattista Vico non aveva poi tutti i torti.

L'economia deve iniziare a essere studiata, compresa e assimilata dai cittadini al pari delle istituzioni di diritto che regolano le nostre società, altrimenti saremo sempre in balia della legge mascherata del più forte.

Pensare di vivere in una realtà democratica implica l'impegno nell'attuazione reale per il compimento di una democrazia.
La libertà non è mai assicurata e definitiva, va sempre difesa e tutelata anche nei momenti di apparente tranquillità. Segue...

13 ottobre 2008

Passaparola dal Fronte

passaparola
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Crisi finanziaria programmata? Subprime e interrogativi da porsi per capire cosa sta succedendo




Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia, il resto è
propaganda.

Horacio Verbitsky, giornalista investigativo argentino, vincitore del premio per la Libertà di Stampa.

Per capire l'attuale crisi finanziaria è necessario un giornalismo investigativo che informi e sia in grado di spiegare le ragioni e le cause di determinati fenomeni, economici e non economici.

Marcello Foa scriveva lo scorso 30 gennaio 2008:

"L’Fbi ha messo sotto inchiesta 14 istituzioni finanziarie per lo scandalo
dei mutui subprime. Era ora.
Ricapitoliamo: per uscire dalla crisi di inizio decennio provocata dal crollo
del Nasdaq e dall’11 settembre, la Banca centrale americana ha abbassato i tassi ai minimi storici, sfiorando lo zero. L’economia si è ripresa, ma le grandi banche ne hanno approfittato per gonfiare artificialmente il mercato immobiliare. Come? Inducendo milioni di cittadini a comprare casa anche quando non potevano permetterselo, grazie ai mutui subprime, che coprono fino al 100% del costo, richiedono basse garanzie sul reddito e garantiscono (anzi, garantivano) inizialmente tassi molto bassi. Ma quando i tassi hanno ripreso a salire, è arrivato il conto: molta gente non ce l’ha più fatta a sostenere rate improvvisamente stratosferiche. Normalmente in questi casi a pagarne le conseguenze sono le banche che hanno emesso il mutuo. E invece no, questi gentiluomini avevano spalmato il rischio subprime usando strumenti finanziari collaterali (obbligazioni e più in generale titoli di debito), rivolti inizialmente a società specializzate ,ma poi diffusi in tutti mercati, persino in quelli monetari, senza rivelarne il vero livello di rischio.

Risultato: ancora oggi la maggior parte delle banche non sa se ha in portafogli titoli “puliti” o avariati. Insomma, le grande banche si sono arricchite con metodi poco trasparenti, cercando di far pagare surretiziamente ad altri la fattura. Da qui l’inchiesta dell’Fbi per
frode.

Come non definire banditesco questo comportamento? Il prezzo lo sta pagando l’economia mondiale; insomma, lo stiamo pagando tutti noi.
La vicenda induce ad altre considerazioni. Perché le istituzioni incaricate dei controlli hanno lasciato fare? Dov’erano le agenzie di rating?
Possibile che la lezione degli scandali Enron, Parmalat, Swissair sia già stata dimenticata? E con che faccia banche come Citigroup, Ubs, Morgan Stanley continuano ad emettere giudizi sulle società quotate in borsa? Un po’ di coerenza, per cortesia. Io dico: ben venga l’inchiesta; che l’Fbi faccia davvero pulizia".

Ma cosa sono i mutui subprime?

"Un mutuo subprime è, per definizione, un mutuo concesso a un soggetto
che non poteva avere accesso a un tasso più favorevole nel mercato del
credito", si legge su Wikipedia.

Risulta interessante anche un articolo di Federico Rampini sui crack finanziari, a cominciare dalla prima crisi della borsa che risale addirittura al Seicento, per rendersi conto dei meccanismi che stanno dietro a una crisi.

A cui si aggiunge un estratto di un altro suo articolo:

"Alla guida dei massimi organi di controllo e di vigilanza sono stati
chiamati coloro che dovevano essere controllati e vigilati. Le authority
sono diventate succursali subalterne delle lobby. Il modello dell’occupazione dell’Iraq, subappaltata in buona parte alla società petrolifera Halliburton di Dick Cheney o a compagnie di mercenari privati, aveva fatto le sue prove generali sul territorio americano, con l’occupazione di snodi vitali dello Stato da parte dei potentati privati.
Su questo terreno la differenza tra destra e sinistra è stata meno netta di quanto si creda. Se George Bush ha affidato il Tesoro all’ex numero uno della Goldman Sachs, Henry Paulson, Bill Clinton lo aveva consegnato nelle mani di Robert Rubin, ex presidente della Citigroup. Lo sconfinamento delle merchant bank in settori sempre più esoterici e rischiosi della finanza globale era già in atto durante l’era Clinton. La settimana scorsa, nelle ore più frenetiche della crisi di Wall Street, John McCain ha detto sciocchezze monumentali, ma Barack Obama si è fatto fotografare in una riunione con Robert Rubin e altri pezzi grossi di Wall Street (che in fatto di finanziamenti elettorali è rigorosamente bipartisan). E’ in questo groviglio di conflitti d’interessi, in questo establishment incestuoso, che affondano le radici antiche del disastro attuale".

E in Italia?

L'intreccio di favori fra partiti e banche è talmente forte che di tutto
questo Veltroni e Berlusconi non ci hanno mai parlato. Basti pensare
ai casi Parmalat, Cirio, Alitalia, Wind, Unipol, Antonveneta, Fazio, Ricucci,
Coppola e così via, solo soffermandosi sulla storia recente.

Un signore come Cesare Geronzi controlla in questo momento Mediobanca.

Le questioni che restano senza risposta sono:

perché dei privati (le banche) operano secondo criteri esclusivamente speculativi?
perché le speculazioni finanziarie mettono in crisi l'economia mondiale?
perché l'esposizione (debiti) finanziaria dei privati, frutto di una speculazioni forsennata deve essere pagata dai cittadini?
perché gli Stati si impegnano a coprire interessi di speculatori privati?
perché gli Stati si indebitano con le banche da cui acquistano la moneta pagandoci sopra gli interessi?
perché nella storia economica moderna dalle crisi finanziarie a rimetterci sono sempre e solo i cittadini e mai i gruppi finanziari?
la crisi finanziaria attuale è stata programmata a tavolino?

La risposta è che teoricamente è possibile per i poteri finanziari creare instabilità, fluttuazioni del mercato, panico, crisi economiche. Nelle prossime settimane sarà possibile capire chiaramente in che misura questa crisi è reale e quanto è stata indotta.
Passo.




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12 ottobre 2008

Pallottole a Salve. Cosa fare per i poveri?


Susanita è il nuovo presidente di turno del G8. 
stiamo attenti...
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11 ottobre 2008

Lodo Alfano. Referendum per abolirlo.



è cominciata oggi, in moltissime piazze italiane, la raccolta firme per indire un referendum abrogativo contro il "lodo Alfano".


l'Italia dei Valori, guidata da Di Pietro, si è reso portavoce di una mozione popolare per chiedere l'abolizione della legge salva-premier denominata appunto "lodo Alfano", attraverso un referendum.
per cercare un punto di raccolta firme vicino a casa vostra, è possibile consultare la mappa su questo sito: http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/firmaefermali/

una giornata, quella odierna, dedicata alla legalità.
alla manifestazione in corso in piazza Navona a Roma sono intervenuti tra gli altri: Dario Fo, Franca Rame, Peter Gomez, esponenti del Movimento Antimafia “Ammazzateci Tutti”, costituzionalisti e rappresentanti dei Giuristi Democratici, l'orchestra di percussioni Akuna Matata, Andrea Rivera e Simone Cristicchi.


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10 ottobre 2008

Sulla legge salva-ladri. Perché l'opposizione non si era accorta di nulla? Dormono dormono sulla collina...



La truffa istituzional-giuridica nascosta dietro il decreto Alitalia è scoppiata due giorni fa su Repubblica, dietro l'inchiesta condotta da Report sul caso Alitalia.
Nel secondo o terzo punto della legge era stato inserito un articolo il 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare. In pratica si era creata la scappatoia legale per i grandi patrioti italiani: Geronzi, Tanzi, Cragnotti e tanti altri.
Questa notizia circola già da qualche settimana, avvocati e magistrati ne erano al corrente.

La maggioranza governativa ne era sicuramente al corrente, in questo momento c'è la caccia al mandanti del decreto che senza particolari difficoltà è rintracciabile nel leder maximo e unico padrone dell'apparato governativo, il cavaliere-piazzista Silvio Berlusconi.

Sfortunatamente la leggina salva-amici è stata scoperta e come da copione qualcuno doveva parare la faccia, chi meglio di Giulio Tremonti, paladino e martire degli onesti cittadini, passato già alla storia come l'inventore della finanza creativa e della depenalizzazione del falso in bilancio.

Ma la questione più interessante e allo stesso tempo inquietante è: ma i deputati e senatori dell'opposizione che cosa fanno? dove erano? sanno leggere? sono complici? sono idioti? erano al cinema? in vacanza? all'estero?

Lo "zio di Roma", Walter Veltroni di che cosa si occupa da quando è stato eletto in parlamento?

Dato che Walter ha fatto il sindaco, il giornalista, il critico cinematografico, lo scrittore, il segretario di partito, l'inauguratore, il critico d'arte, l'amico di tutti, l'esperto di politica estera con specializzazione in Storia del kennedysmo e dato che questa lista potrebbe continuare ancora per molto mi chiedo: perché con un pizzico di arroganza, voler fare così tante cose male? Non sarebbe più utile per lui, ma soprattutto per noi, che si dedicasse a una, massimo due cose? Non sarebbe meglio che controllasse le leggi che la maggioranza approva prima di retoricheggiare in televisione i discorsi che gli scrivono?

[Dormono dormono sulla collina, dormono dormono sulla collina].

E tutti gli altri luminari della sinistra, gli intellettuali animati dal motto armiamoci e partite, cosa facevano?

[Dormono dormono sulla collina, dormono dormono sulla collina].

Le leggi proposte dai governo Berlusconi sono vergognose ontologicamente, ma la gravità mista al ridicolo dell'opposizione è indescrivibile.

Ringraziamo i giornalisti meno asserviti che ogni tanto fanno delle vere inchieste e ci ri-parano da truffe con dolo/lodo criminali.

Evidentemente è necessario che ognuno cerchi di difendersi dagli amministratori pubblici pagati con i soldi dei contribuenti per difendere gli interessi generali.

[Non dormite, non dormite nella casettina].

Allo stesso tempo l'unica cosa che mi viene da dire è: mi vergogno un po' per i parlamentari dell'opposizione.

Come è bizzarra la contemporaneità!


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Leonardo Express. Prima classe per l'aeroporto.


questo è il fantastico Leonardo Express. una delle più grandi fregature del trasporto pubblico nazionale.
 
il Leonardo Express ti porta direttamente e senza fermate intermedie dal centro di Roma all'aeroporto di Fiumicino, da stazione Termini ai terminal degli imbarchi. è un treno nuovo, colorato, con i posti a sedere larghi e comodi, e collocati a una giusta distanza. è generalmente pulito, ha l'aria condizionata, il posto sufficiente per i bagagli, e oltre ad essere puntuale è persino garantito in caso di sciopero ferroviario. 
solo che è un treno elitario. di pochi ma comprato con i soldi di tutti, essendo stato acquistato con il contributo della regione Lazio.
il costo del biglietto è di 11 euro a tratta, una cifra spropositata per il reale servizio offerto. perché la pulizia del treno è una condizione che dovrebbe essere normale, così come la puntualità e le condizioni minime di civiltà.
il tragitto dura 30 minuti, e dura tutto questo tempo perché il treno viaggia a una velocità bassa, altrimenti potrebbe impiegarci anche 15 o 20 minuti al massimo. 
il costo del biglietto, secondo Trenitalia, è giustificato dal fatto che il Leonardo Express è un treno esclusivamente di prima classe. inoltre - sempre secondo quanto esprimono sul loro sito - il prezzo viene definito "concorrenziale rispetto ad altre modalità di spostamento": taxi, auto a noleggio, auto private.
ora, queste sono assurdità. la navetta per l'aeroporto deve essere un servizio concorrenziale rispetto alla quantità di persone che può usufruirne. si tratta pur sempre di un treno e per quale motivo debba avere solo carrozze di prima classe, resta un mistero.
per i possessori di abbonamenti di trasporto a zone (quindi comprensivi di treni regionali, metro e autobus), zone che comprendono Fiumicino, non esiste alcuna possibilità di far valere il proprio abbonamento sul Leonardo, né di poter chiedere il pagamento di un supplemento per la prima classe. come dire: l'abbonamento vale fino a Fiumicino, ma non vale su quel treno e non puoi nemmeno chiedere di pagare una quota che consenta di adeguare il tuo abbonamento di seconda classe al lusso della navetta. 
è assurdo. così, sei costretto a pagare 11 euro a tratta.
altrimenti, devi raggiungere la stazione Tiburtina e prendere un regionale che ci impiega un'ora per raggiungere l'aeroporto e si ferma in cento stazioni intermedie. il che, in una città come Roma, significa perdere molto tempo in più per coprire trasferimenti intracittadini dal posto di lavoro o da casa per le varie stazioni di metro o autobus e poi treno. e non sempre le persone hanno il tempo di compiere tutti questi spostamenti. 
se c'è una navetta metropolitana, dunque un buon servizio, perché deve diventare un servizio per ricchi? in altre città europee - Parigi, Madrid, Berlino, Londra per citarne alcune - l'aeroporto è raggiungibile direttamente con la metropolitana pagando un biglietto che costa massimo 3 euro, dato che in genere gli aeroporti sono collocati fuori dal centro e dunque in una zona extraurbana. perché a Roma deve costarne 11? per fare concorrenza alle macchine?!!
siamo un paese classista e in via di sviluppo, forse dovremmo smetterla di pensare di essere sviluppati e superiori perché non lo siamo affatto.
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9 ottobre 2008

Una nuova legge salva-ladri



Riporto un articolo da repubblica che spiega cosa è stato inserito nel pastone Alitalia, slegato dal problema della compagnia e utile solo a personaggi del calibro di Geronzi, Cragnotti e Tanzi per evitare i processi e le condanne.
Del resto il nostro presidente del consiglio è uno specialista del settore. La prossima mossa è quella di far inserire un nuovo insegnamento nelle facoltà di giurisprudenza dal titolo: Istituzioni di diritto all'impunità.
Sarà un corso caratterizzante per la nuova Università del nord a cui stava pensando Berlusconi da qualche tempo, tra i docenti di spicco: Giulio Andreotti, Cesare Previti, Marcello Dell'Utri, Emilio Fede e altre decine di esperti del settore amici-indagati-prescritti-condannati cari al presidente del consiglio.

"Un'altra? Sì, un'altra. E per chi stavolta? Ma per Cesare Geronzi, il presidente di Mediobanca negli impicci giudiziari per via dei crac Parmalat e Cirio. La fabbrica permanente delle leggi ad personam, col marchio di fedeltà del governo Berlusconi, ne produce un'altra, infilata nelle pieghe della legge di conversione del decreto Alitalia. Non se ne accorge nessuno, dell'opposizione s'intende, quando il 2 ottobre passa al Senato. Eppure, come già si scrivono i magistrati nelle maling list, si tratta d'una "bomba atomica" destinata a far saltare per aria a ripetizione non solo i vecchi processi per bancarotta fraudolenta, ma a bloccare quelli futuri.

Con un semplice, e in vero anche mal scritto, articolo 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L'emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l'impresa si trovi in stato di fallimento.

Se invece è guidata da un commissario, e magari va anche bene come nel caso della Parmalat, nessun pubblico ministero potrà mettere sotto processo chi ha determinato la crisi. Se finora lo stato d'insolvenza era equiparato all'amministrazione controllata e al fallimento, in futuro, se la legge dovesse passare com'è uscita dal Senato, non sarà più così. I cattivi manager, contro cui tutti tuonano, verranno salvati se l'impresa non sarà definitivamente fallita.

Addio ai processi Parmalat e Cirio. In salvo Tanzi e Cragnotti. Salvacondotto per l'ex presidente di Capitalia Geronzi. Colpo di spugna anche per scandali di minore portata come quello di Giacomelli, della Eldo, di Postalmarket. Tutto grazie ad Alitalia e al decreto del 28 agosto fatto apposta per evitarne il fallimento. Firmato da Berlusconi, Tremonti, Scajola, Sacconi, Matteoli. Emendato dai due relatori al Senato, entrambi Pdl, Cicolani e Paravia. Pronto per essere discusso e approvato martedì prossimo dalla Camera senza che l'opposizione batta un colpo.


Ma ecco che una giornalista se ne accorge. È Milena Gabanelli, l'autrice di Report, la trasmissione d'inchieste in onda la domenica sera su Rai3. Lavora su Alitalia, ricostruisce dieci mesi di trattative, intervista con Giovanna Boursier il commissario Augusto Fantozzi, gli chiede se è riuscito a garantirsi "una manleva", un salvacondotto per eventuali inchieste giudiziarie. Lui risponde sicuro: "No, io non ho nessuna manleva".

Ma quel 7bis dimostra il contrario. Report ascolta magistrati autorevoli, specializzati in inchieste economiche. Come Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm e pm romano dei casi Ricucci, Coppola, Bnl. Il suo giudizio è senza scampo. Eccolo: "Se la norma verrà approvata non saranno più perseguibili i reati di bancarotta commessi da tutti i precedenti amministratori di Alitalia, ma neppure quelli compiuti da altri manager di società per cui c'è stata la dichiarazione d'insolvenza non seguita dal fallimento".

Cascini cita i casi: "Per i crac Cirio e Parmalat c'è stata la dichiarazione d'insolvenza, ma senza il fallimento. Il risultato è l'abrogazione dei reati fallimentari commessi da Tanzi, Cragnotti, dai correi". Non basta. "Subito dovrà essere pronunciata sentenza di assoluzione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato per tutti gli imputati, inclusi i rappresentanti delle banche".

Siamo arrivati a Geronzi. Chiede la Gabanelli a Cascini: "Ma la norma vale anche per lui?". Lapidaria la risposta: "Ovviamente sì". Le toghe s'allarmano, i timori serpeggiano nelle mailing-list. Come in quella dei civilisti, Civil-net, dove Pasquale Liccardo scrive: "Ho letto la nuova Marzano. Aspetto notizie sulla nuova condizione di punibilità che inciderà non solo sui processi futuri ma anche su quelli in corso". Nessun dubbio sulla portata generale della norma. Per certo non riguarderà la sola Alitalia, ma tutte le imprese.

Vediamolo questo 7bis, così titolato: "Applicabilità delle disposizioni penali della legge fallimentare". Stabilisce: "Le dichiarazioni dello stato di insolvenza sono equiparate alla dichiarazione di fallimento solo nell'ipotesi in cui intervenga una conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell'ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell'ammissione alla procedura".

La scrittura è cattiva, ma l'obiettivo chiaro: finora i manager delle grandi imprese finivano sotto processo per bancarotta a partire dalla sola dichiarazione d'insolvenza. Invece, se il 7bis passa, l'azione penale resterà sospesa fino a un futuro, e del tutto incerto, fallimento definitivo. Commentano le toghe: "Una moratoria sine die, un nuovo colpo di spugna, una mano di biacca sulle responsabilità dei grandi manager le cui imprese sono state salvate solo grazie alla mano pubblica". Con un assurdo plateale, come per Parmalat. S'interromperà solo perché il commissario Bondi evita il fallimento.

Ma che la salva Geronzi sia costituzionale è tutto da vedere. Gli esperti già vedono violati il principio d'uguaglianza e quello di ragionevolezza. Il primo perché la norma determina un'evidente disparità di trattamento tra i poveri Cristi che non accedono alla Marzano, falliscono, e finiscono sotto processo, e i grandi amministratori. Il secondo perché l'esercizio dell'azione penale dipende solo dalla capacità del commissario di gestire l'azienda in crisi. Se la salva, salva pure l'ex amministratore; se fallisce, parte il processo. Vedremo se Berlusconi andrà avanti sfidando ancora la Consulta."

Tremonti dice di volersi dimettere se non verrà eliminato il decreto salva-ladri. 
Staremo a vedere. 


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8 ottobre 2008

Deposito bancario o libretto postale?



Tutti i mezzi di comunicazione non fanno altro che parlare di crisi finanziaria.
Il vaticano è dal 2007 che disinveste e compra oro. Nella stanza dei bottoni tutti erano più o meno a conoscenza delle enormi bolle speculative che soggiacevano alcuni prodotti finanziari, il mercato immobiliare e i mutui a tasso variabile. Perché solo ora e con grande retorica allarmistica ci mettono al corrente del disastro verso il quale corriamo senza apparente via di fuga?

Quello che risulta sconcertante è che nell'era dell'informazione diretta, alcune notizie vitali non passano, mentre tutto il resto dalla violenza al gossip infesta la comunicazione in maniera costante.

Perché le banche non avvisavano i clienti sulla pericolosità di alcuni investimenti tipo Parmalat, Cirio, Enron e così via? Perché la finanza specula e fa speculare sull'accumulo di debito? Perché le banche hanno consigliato i mutui a tasso variabile? Perché i prezzi delle case sono schizzati senza alcun motivo alle stelle?
Perché sul sito di Patti Chiari, nata per difendere i risparmiatori e controllata dall'Abi, fino al giorno prima del crack della Lemhan le azioni della compagnia erano ritenute sicure?

Nessunarisposta è mai stata data in tempo utile per i clienti, risparmiatori, cittadini, esseri umani.
Vengono sempre e solo fomentate le paure e la disinformazione del consumatore.
In questo momento la classe politica cerca di tranquillizzare i risparmiatori, ma è stato indetto un Cdm straordinario per questa crisi.
Come a dire che l'operazione è riuscita ma il paziente è morto per complicazioni.

Una piccola notizia che potrà essere utile a quelli che non sanno se scegliere un deposito bancario o un deposito postale.

Le banche hanno stipulato un accordo interbancario a tutela dei depositi ha un fondo di garanzia per 103.000 euro. Questo significa che in caso di fallimento di una banca, esiste un fondo garantito dalle altre banche che copre in Italia i nostri depositi fino a 103.000 euro, il 20% viene rimborsato subito e il resto a conclusione di tutto l'iter fallimentare. Questo può significare mesi, ma anche anni.

Per quanto riguarda la Posta: i depositi postali, conto bancoposta, libretto postale e tutto il resto non sono coperti da un fondo di garanzia. Questo significa che non esiste al momento una tutela concreta sui soldi che teniamo in posta. Bisogna dire che la posta è ancora garantita dallo Stato, anche se la situazione societaria non è molto chiara.

A prima vista sembrerebbe più sicuro un conto bancario, naturalmente bisogna capire quanto è esposta la banca a cui affidiamo i nostri risparmi.
Forse Unicredit non è la banca più sicura in questo momento. Magari puntare su banche meno esposte sul piano internazionale, magari la Banca Etica, potrebbe fornirci qualche garanzia in più.

Alcuni suggerimenti:

non indebitarsi;

monitorare e reperire informazioni sulla nostra banca;

investire qualcosa in oro e tenere una liquidità a portata di mano non è da sottovalutare;

non farsi prendere dal panico e considerare l'ipotesi di una crisi programmata.

Tutti quelli che vogliono fornire ulteriori informazioni o hanno precisazioni da fare in merito al post sono i benvenuti.


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7 ottobre 2008

Anna Politkovskaya. 1958 - 2006

due anni fa veniva uccisa Anna Stepanovna Politkovskaja.
assassinata nell'ascensore del suo palazzo, mentre rincasava.


una voce del giornalismo messa a tacere per sempre, una voce libera, una donna grandissima.
celebre il suo impegno per i diritti umani, le sue inchieste sulla guerra in Cecenia, i suoi reportage scomodi per il Cremlino e la sua opposizione al "regime mascherato" di Putin.
le hanno sparato 4 colpi, di cui uno in testa.
la mattina successiva al suo omicidio, la polizia russa ha sequestrato il computer della Politkovskaja e tutto il materiale in esso contenuto.
ai suoi funerali partecipano quasi mille persone, colleghi giornalisti e gente comune. nessun rappresentante dello stato.




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